La Toscana non può che essere definita una delle principali regioni produttrici di vino al mondo: del resto, alcuni dei vini più celebri e apprezzati d’Italia vengono da qui. Come non citare, per esempio, il Chianti o il Brunello di Montalcino, simboli del territorio toscano e orgoglio nazionale nei 5 continenti.
La Toscana vanta di un patrimonio di ben undici denominazioni di origine controllata e garantita (DOCG) e quarantuno denominazioni di origine controllata (DOC).
I vini rossi toscani
L’anima indiscussa del patrimonio enologico della Toscana sono i
vini rossi, che con i suoi Chianti, Brunello di Montalcino, Morellino di Scansano e altri è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.
Il
Chianti, citato per la prima volta nel XIV secolo, è un vino a base di Sangiovese, un’uva rossa di grandissima qualità e carattere, di non facile coltivazione. La DOCG del Chianti è una delle più estese d’Italia, ed è suddivisa in otto sottozone, la più rinomata delle quali è quella del Chianti Classico. Ne consegue una ampia variabilità delle caratteristiche dei vini che rientrano quindi sotto questa denominazione.
Un altro vino storico toscano che si è fortemente affermato nel mondo negli ultimi decenni è il
Brunello di Montalcino. Capostipite di questo vino ottenuto da Sangiovese in purezza fu Ferruccio Biondi Santi, che lo codificò sul finire del 1800. Oggi i produttori più rinomati che dobbiamo citare sono
Il Marroneto, nel versante nord della DOCG, che produce i vini più austeri;
Cerbaiona,
Pian dell’Orino e
Casanova di Neri, che con
Biondi Santi producono nella zona ad est del comune di Montalcino vini di grande equilibrio ed eleganti. A sud si hanno vini più potenti e strutturati, quali i brunelli di Col d’Orcia.
Tra i vini rossi toscani che spiccano e che hanno fatto il giro del mondo, non possiamo non citare il
Morellino di Scansano, un vino
DOCG la cui produzione è consentita nel territorio di
Scansano e in parte della
provincia di Grosseto. Un vino che nasce in una delle zone più incontaminate della Toscana, la Maremma, a pochi passi dal mare, in colline caratterizzate da un terreno acido e alcalino, ricco di sedimenti marini, dove un tempo era tutto un fiorire di paludi, in stile Camargue.
Vini toscani – la tradizione del territorio si fonde con i vitigni internazionali
Negli ultimi decenni la Toscana è salita alla ribalta mondiale della produzione enologica con i cosiddetti
SuperTuscan. Fu il marchese Mario Incisa della Rocchetta ad intuire la somiglianza di alcuni suoi terreni nei pressi di Bolgheri con terreni della Bordeaux. Questo lo spinse a piantare negli anni quaranta alcune barbatelle di vitigni internazionali, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. L’esperimento si rivelò decisamente riuscito, e portò alla nascita, nel 1968, del
Sassicaia.
Altri viticoltori intrapresero strade simili. Ad esempio, Antinori decise, nel 1971, di utilizzare questi vitigni internazionali assieme al Sangiovese. Il suo vino, di conseguenza, uscì dalla DOCG Chianti e divenne un altro toscano famoso nel mondo, il
Tignanello. Nello stesso anno Sergio Manetti, da Sangiovese in purezza, produsse nella sua cantina
Montevertine la prima annata di un altro toscano destinato a giusta fama, Le Pergole Torte. Seguirono il
Solaia nel 1878 l’
Ornellaia nel 1985, e il
Masseto nel 1987, ottenuto quest’ultimo da Merlot in purezza. Nel 1997 in Val d’Orcia Franchetti commercializza la prima annata di un altro vino destinato a fama mondiali,
Tenuta di Trinoro, da Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot.
Non vi resta che scoprire
i vini di Toscana allora, e assaporarne le note e fragranze uniche, apprezzate in tutto il mondo.