Dallo Champagne proponiamo gli intramontabili: Dom Perignon, Cristal, Krug, Bollinger, ma anche piccoli produttori ormai mitici: Selosse e Agrapart ad esempio, con le loro introvabili bottiglie sublime espressione dello Chardonnay di Avize.
Nello Champagne abbiamo selezionato anche piccole realtà per noi estremamente significative: Egly-Ouriet, George Laval e Marguet, per citarne solo tre.
Ma la Francia delle bollicine non si esaurisce con lo Champagne, e su Enotic potrete trovare una piccola, accurata selezione di Cremant dall’Alsazia e dalla Loira.
Arrivando in Italia, la fanno da padrone le bollicine di Franciacorta e Trentino, con le case più rinomate quali Annamaria Clementi e Giulio Ferrari, ma anche piccoli produttori come Andrea Arici, con i suoi potenti Franciacorta, tutti rigorosamente non dosati. Enrico Serafino e Rocche dei Manzoni sono stati da noi selezionati per rappresentare le emergenti bollicine piemontesi, e non manca qualche produttore di prosecco, in particolare ricordiamo Bele Casel col suo Prosecco Asolo rifermentato in bottiglia. Recentemente anche vignaioli sardi e siciliani hanno iniziato a produrre interessanti bollicine metodo classico con uve autoctone.
Si deve iniziare dallo Champagne, se si vuole parlare di bollicine, perché la tradizione vuole che la tecnica di vinificazione che porta ad avere vino spumante sia nata sulle colline della Marna, nel XVII secolo. A quei tempi nella Champagne si produceva per lo più vino rosso da uva Pinot Nero piantata in regione fin dal 1300, nel tentativo di rivaleggiare con i più rinomati rossi della non lontana Borgogna. Ben presto, i contadini del posto si resero conto che il loro vino rosso non avrebbe mai potuto rivaleggiare con i rossi di Borgogna. Avrebbero avuto invece molto da dire con i vini bianchi.
E così si arriva al tesoriere dell’antica abbazia di Hautvillers, fondata nel 650. Si dice che il tesoriere, Dom Pierre Pérignon, fosse un perfezionista, in grado di riconoscere i singoli vigneti assaggiando un chicco d’uva, che per primo introdusse il tappo in sughero, che vivesse di solo formaggio e frutta, e che non bevesse vino. Molte di queste cose appartengono probabilmente al mito di una figura che sicuramente dettò le basi di quello che sarebbe diventato il metodo champenois, che porta alla rifermentazione in bottiglia e all’ottenimento delle bollicine più pregiate.
Le regole dettate da Dom Pérignon erano semplici: usare solo uva a bacca nera, poiché quella a bacca bianca tendeva a rifermentare in modo incontrollabile; potare le viti a fondo per ridurre la produzione di grappoli; vendemmiare con attenzione per selezionare solo grappoli integri, scartando gli acini rotti o ammaccati, mantenendo sempre l’uva al fresco. Pare che arrivò a selezionare anche gli animali adatti a trasportare l’uva dal vitigno al torchio: si dovevano usare i muli, più mansueti dei cavalli, oi quali avrebbero scosso troppo l’uva. L’uva doveva essere trasportata dal vigneto al torchio, perché un’ultima regola ferrea vietava l’antichissima pratica di pigiare l’uva coi piedi, per evitare un contatto troppo prolungato del mosto con le bucce, contatto che avrebbe alterato colore e sapore del vino.
Sembra che Dom Pérignon stilò regole precise e sensate per ottenere il miglior vino bianco fermo possibile. E le famose bollicine? Pare ci sia stata la mano degli inglesi, per quelle. L’aristocrazia inglese iniziò ad importare numerose tonneaux (botti da 500 litri) del vino della Marna, ordinando tappi in sughero e bottiglie in verto dei maestri vetrai inglesi. Il vino veniva imbottigliato e le bottiglie riposte nelle cantine. Al momento dell’apertura, mesi o anche anni dopo, il vino, rifermentato in bottiglia, presentava l’inconfondibile perlage che rende lo champagne unico al mondo. Queste bollicine piacevano sempre di più, arrivando rapidamente a conquistare Londra e Parigi. Ecco segnata l’ascesa dello Champagne,tuttora diffuso in tutto il mondo.
Quando scopri una bottiglia speciale, non vedi l’ora di farla assaggiare a qualcuno: per questo esiste Enotic. Dal 2022 siamo anche offline: vieni a trovarci nella nuova enoteca di Seregno.
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